Svelato l’Algoritmo di Google: Tutti i Segreti allo Scoperto

Recentemente, una fuga di documenti riservati dell’API di ricerca di Google ha scosso il mondo della SEO (Search Engine Optimization). Rand Fishkin, noto esperto del settore, ha ricevuto migliaia di documenti da una fonte anonima che si è poi rivelata essere Erfan Azimi. Questi documenti, pubblicati su GitHub tra marzo e maggio 2024, offrono un’inedita visione sulle attività interne di Google. Con l’aiuto di ex dipendenti di Google e dell’esperto di SEO Mike King, l’autenticità dei documenti è stata confermata. Vediamo insieme cosa è emerso da questa fuga di notizie.

Una cattura dello schermo della chiamata di Rand con la fonte anonima come vedete nell’immagine

Per verificare l’autenticità dei documenti, Rand Fishkin ha consultato ex dipendenti di Google che hanno riconosciuto il formato, lo stile di annotazione e gli standard interni di documentazione utilizzati da Google. Anche Mike King, un esperto di SEO tecnico, ha confermato che i documenti sembrano provenire direttamente dalla divisione Ricerca di Google. Questa doppia verifica ha rafforzato la credibilità dei documenti trapelati.

I documenti dell’API di ricerca di Google servono come un catalogo per i membri del team del motore di ricerca, delineando gli elementi di dati disponibili e le modalità di accesso. A differenza di un catalogo pubblico, il funzionamento interno della ricerca di Google è altamente riservato, rendendo questa fuga di notizie estremamente significativa per la sua portata e il suo livello di dettaglio.

Uno degli aspetti più rilevanti emersi dai documenti è l’uso di funzionalità come “goodClicks”, “badClicks” e “lastLongestClicks”. Questi termini indicano che Google traccia e utilizza il comportamento dei clic degli utenti per determinare i ranking di ricerca. Questo conferma le dichiarazioni del vicepresidente della ricerca di Google, Pandu Nayak, che nel caso DOJ aveva parlato del ruolo di “navboost” nei risultati di ricerca. In sostanza, Google valuta i clic per capire meglio le preferenze degli utenti e migliorare la pertinenza dei risultati di ricerca.

La fuga di notizie rivela che Google utilizza i dati sui clic dei browser Chrome per determinare le pagine più popolari di un sito web. Questo ha un impatto significativo sulle funzionalità come i sitelink, che sono i collegamenti aggiuntivi mostrati sotto alcuni risultati di ricerca. I dati raccolti dai clickstream aiutano Google a identificare le pagine più rilevanti e utili per gli utenti, influenzando così il posizionamento nei risultati di ricerca.

I documenti trapelati indicano che Google utilizza liste bianche per determinati settori e argomenti, come viaggi, Covid-19 e politica. Questo suggerisce che Google interviene manualmente nei risultati di ricerca per argomenti potenzialmente controversi o problematici. Le liste bianche aiutano Google a garantire che le informazioni visualizzate siano accurate e affidabili, specialmente in settori sensibili.

Un altro aspetto interessante è l’uso del feedback della piattaforma di valutazione della qualità di Google, EWOK. I documenti rivelano che il feedback degli addetti al controllo qualità viene utilizzato direttamente nei sistemi di ricerca di Google. Questo significa che le valutazioni umane giocano un ruolo importante nei ranking di ricerca, influenzando quali pagine vengono considerate di alta qualità e meritevoli di un buon posizionamento.

Cattura dello schermo dei dati trapelati sui clic di Google “Buoni e “Cattivi”

La fuga di notizie suggerisce che Google utilizza i dati sui clic per determinare come ponderare i link nelle classifiche. I documenti indicano che Google classifica gli indici dei link in base alla qualità, utilizzando i dati sui clic per determinare in quale livello si trova un documento. I link di indici di qualità superiore hanno maggiori probabilità di trasmettere segnali di ranking, mentre quelli di bassa qualità vengono ignorati. Questo sistema aiuta Google a migliorare la pertinenza e l’affidabilità dei risultati di ricerca.

Le fughe di notizie sottolineano l’importanza di creare un marchio forte. I segnali di esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità (E-E-A-T) sono fondamentali, ma i dati sull’intento dell’utente, raccolti tramite i modelli di clic, sembrano giocare un ruolo altrettanto significativo. Questo implica che i professionisti del marketing devono concentrarsi non solo sulla qualità del contenuto, ma anche sull’interazione degli utenti con i loro siti.

L’autore dell’articolo sollecita una maggiore attenzione da parte del settore SEO nel riferire le dichiarazioni di Google. Le discrepanze tra le dichiarazioni pubbliche e le pratiche suggerite dalle fughe di notizie evidenziano la necessità di un approccio più critico. È importante che i professionisti del marketing siano consapevoli delle effettive modalità operative di Google e non si affidino esclusivamente alle dichiarazioni ufficiali.

La trasparenza nel modo in cui opera Google è cruciale, data la sua influenza sulla diffusione delle informazioni. Le fughe di notizie offrono un’occasione per riflettere sull’importanza di una maggiore trasparenza e chiarezza nelle pratiche di Google. Questo non solo aiuterebbe i professionisti del marketing a comprendere meglio le dinamiche del ranking, ma aumenterebbe anche la fiducia degli utenti nei confronti dei risultati di ricerca.

Punto saliente Descrizione
Fuga di notizie API di Google Search Un informatore anonimo ha condiviso con Rand Fishkin, autore dell’articolo e fondatore di SparkToro, oltre 2.500 pagine di documentazione API che sembrano provenire dal “Content API Warehouse” interno di Google. La fonte sostiene che questi documenti trapelati sono stati confermati come autentici da ex dipendenti di Google.
Affermazioni straordinarie La fonte anonima fa diverse affermazioni straordinarie, tra cui che Google ha riconosciuto la necessità di dati clickstream completi per migliorare la qualità dei risultati del proprio motore di ricerca, che un sistema chiamato “NavBoost” utilizza i dati clickstream per migliorare la pertinenza della ricerca e che Google utilizza la cronologia dei cookie, i dati di Chrome degli utenti registrati e il rilevamento dei modelli per combattere lo spam dei clic.
Autenticazione della fuga di notizie Per verificare l’autenticità della fuga di notizie, Fishkin ha contattato ex dipendenti di Google e l’esperto SEO Mike King, i quali hanno confermato che i documenti sembrano autentici e contengono informazioni precedentemente non confermate sul funzionamento interno di Google.
Il Content API Warehouse di Google Si ritiene che la fuga di notizie provenga da GitHub, dove è stata resa pubblica per errore per un breve periodo tra marzo e maggio 2024. Si dice che la documentazione API spieghi vari attributi e moduli API per aiutare a familiarizzare coloro che lavorano a un progetto con gli elementi di dati disponibili.
Navboost e l’uso dei dati sui clic Diversi moduli nella documentazione fanno riferimento a funzionalità come “goodClicks”, “badClicks”, “lastLongestClicks”, impressioni e clic compressi, non compressi e unicorn, tutti collegati a Navboost, un sistema che Google utilizza per migliorare la pertinenza della ricerca.
Utilizzo dei clickstream del browser Chrome I documenti dell’API suggeriscono che Google calcola diversi tipi di metriche che possono essere richiamate utilizzando le visualizzazioni di Chrome relative sia alle singole pagine che a interi domini.
Liste bianche nei viaggi, Covid e politica Un modulo sui “siti di viaggi di buona qualità” suggerisce l’esistenza di una whitelist in Google nel settore dei viaggi. Riferimenti a flag come “isCovidLocalAuthority” e “isElectionAuthority” suggeriscono che Google inserisce nella whitelist determinati domini appropriati da mostrare per query potenzialmente problematiche.
Utilizzo del feedback dei Quality Rater I documenti forniscono la prova che Google utilizza elementi del suo programma di valutazione della qualità, EWOK, nei propri sistemi di ricerca. Sebbene non sia chiaro quanto siano influenti questi segnali basati sui valutatori, questo indica che le valutazioni umane dei siti web sono importanti per Google.
Google utilizza i dati sui clic per determinare come ponderare i link nelle classifiche La fonte anonima afferma che Google utilizza i dati sui clic per determinare in quale dei suoi tre livelli di indice di link (bassa, media e alta qualità) appartiene un documento. I link provenienti dall’indice di link di bassa qualità non danneggeranno la classifica di un sito; sono semplicemente ignorati.
Considerazioni generali per gli esperti di marketing L’articolo conclude che il marchio è il fattore di ranking più importante in Google, che i fattori di ranking classici come PageRank e il testo di ancoraggio stanno diminuendo di importanza, che i titoli delle pagine sono ancora piuttosto importanti e che la SEO è probabilmente meno efficace per le piccole e medie imprese rispetto al passato.

Le recenti fughe di notizie dall’API di ricerca di Google hanno offerto una visione unica e dettagliata sulle attività interne del motore di ricerca più utilizzato al mondo. Dai comportamenti dei clic alla ponderazione dei link, passando per l’uso dei clickstream del browser Chrome e le liste bianche, queste rivelazioni hanno implicazioni significative per il settore SEO. È evidente che Google raccoglie e utilizza una vasta gamma di dati per migliorare la pertinenza e la qualità dei risultati di ricerca. Per i professionisti del marketing, questo significa che è essenziale comprendere non solo i principi teorici del SEO, ma anche le pratiche reali che Google utilizza per determinare i ranking.

In un mondo dove la visibilità online è cruciale, conoscere i segreti del funzionamento di Google può fare la differenza tra il successo e l’insuccesso. Le rivelazioni di Rand Fishkin e la conferma dell’autenticità dei documenti da parte di esperti del settore sottolineano l’importanza di rimanere aggiornati e adattarsi costantemente alle nuove informazioni. La trasparenza e la chiarezza nelle pratiche di Google non solo aiuterebbero i professionisti del marketing, ma aumenterebbero anche la fiducia degli utenti nei risultati di ricerca.

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